Le osmie amano i fiori del ciliegio
Un elevato tasso di fecondazione anche con tempo freddo e umido
Per le ciliegie le cattive condizioni meteo e un numero insufficiente di pronubi attivi durante il periodo di fioritura iniziale sono il motivo più frequente di una fecondazione insufficiente. Dato che nelle giornate di sole e senza vento le api mellifere partono alla ricerca di nettare solo con una temperatura esterna superiore ai 12 gradi, spesso non sono attive durante le fresche giornate primaverili. In che modo i coltivatori di ciliegie potrebbero garantire – anche con temperature fredde e umide – l’impollinazione del 20-30% dei fiori, percentuale necessaria per un raccolto intero?
Attive anche con basse temperature
L’utilizzo dell’osmia cornuta è un metodo collaudato a tale scopo. Questa specie di ape selvatica indigena, che rappresenta il pronubo naturale più importante per la ciliegia dolce e l’amarena, si rivela in questo caso ampiamente superiore agli altri insetti. Ciò si spiega soprattutto per la sua insensibilità al freddo, per la predilezione per i fiori di ciliegio e per la modalità di raccolta del polline. Le osmie sono quindi già attive in presenza di basse temperature, cattivo tempo e vento. Questa situazione è positiva per la fruttificazione: in effetti, dato che un fiore si apre una volta sola restano solo 4-5 giorni affinché un’impollinazione possa produrre una fecondazione efficace.
Xenogamia garantita
Per la fecondazione i fiori di pero dipendono dalla xenogamia. Il tipico volo a zigzag dell’osmia tra gli alberi e i filari di alberi risponde in modo ideale a questa esigenza. Il ridotto raggio di volo di circa 100 metri garantisce inoltre che l’impollinazione avvenga solo laddove sia realmente necessaria.
Nelle coltivazioni di ciliegie le osmie garantiscono
- raccolto maggiore
- maggiore indipendenza dalle condizioni meteorologiche e dagli impollinatori selvatici
- minore carico di lavoro